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Malinconia
Assunta (giovedì 10 ottobre 2013) Categoria: Malinconia
NE VALEVA LA PENA?
00:05 del 10-10-2013
Giorni fa, mi ha bussato la mia vicina, per avvertirmi che l'inquilina del piano di sotto era andata in meridione al suo paese, per l'improvvisa morte della sorella. Ho aspettato il suo ritorno e sono andata a farle le mie condoglianze. Lei giustamente piangeva, si sentiva in colpa perchè erano circa dieci anni che non rivolgeva più la parola alla sorella, per divergenze stupide e senza senso. La mia mamma a noi figli, ha sempre detto e ridetto: mai far passare anche soltanto una nottata su una discussione fra fratelli. Io ho perso la mia adorata sorellina ed ancora non riesco a metabolizzare il fatto che non c'è più. Soffro per la sua lontananza e per mitigare in parte il dolore, (anche se è quasi impossibile) cerco di pensare che è partita per uno dei suoi viaggi che era solita fare.
Non riesco a comprendere quindi il comportamento della mia vicina, forse perchè con mia sorella c'era un filing speciale, la adoravo e con lei era bello anche litigare, l'ho assistita fino all'ultimo giorno della sua vita e mi sono sentita morire con lei, avrei voluto fare di più e stavo male. Non vorrei essere in questo momento, nei panni della mia vicina: come si può sentire una persona che per anni, per uno stupido senso di orgoglio e superbia non ha più sentito ne parlato con la propria sorella. Il rimorso deve essere tanto e mi chiedo: ne valeva la pena? Si è negata la gioia di vedere, di parlare e di raccontarsi con sua sorella, ed ora che lei non c'è più, non avrà più la possibilità di dirle "ti voglio bene" o soltanto abbracciarla senza dire nulla e nel silenzio sentire i cuori battere uno vicino all'altro.
Che meravigliosa occasione si è persa! Ora ha tutto il tempo per piangere, attanagliata dai rimorsi, per una sorella che non rivedrà mai più!
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Nik (giovedì 10 ottobre 2013)
Cara Assunta, nel tuo post mi è sembrato di percorrere la vicenda di mia madre e di sua sorella 95enne. Mia zia, che vive sola nel paese che ha visto nascere e crescere tutte e due, alla morte di mio padre( giusto 10anni fa oggi) non so per quale ragione, non volle partecipare ai funerali. Presenti altri parenti ma non lei. Oscuro, per noi, è sempre stato il motivo di quella sua decisione nonostante mio padre si fosse sempre prodigato per aiutare tutti i componenti della famiglia della moglie in ogni occasione, in ogni circostanza. Nè, c'era stato niente che avesse potuto mai far presagire un risentimento nei confronti di mio padre anzi ci si telefonava spessissimo e ci si trasmetteva affetto e reciproca considerazione. Da quel giorno, mai piu' una telefonata tra le due nonostante le nostre numerose chiamate( mie e di mia sorella ) alle figlie, nostre cugine, per capirne le ragioni. Mistero. Nemmeno loro seppero darci, a quel tempo, una spiegazione logica, esaustiva finchè sopraggiunse, con il passar del tempo, un mesto, malinconico silenzio da parte nostra e da parte loro, nè altri cugini sono mai riusciti, negli anni, a conoscerne le ragioni di un comportamento inspiegabile . Sai, mia madre, di tanto in tanto, ritorna sulla storia (dell'unica sorella ancora vivente) e sul quel suo così strano comportamento alquanto assurdo e privo di lettittima spiegazione. Non so quanto rincrescimento le abbia causato la vicenda, talvolta mia madre è una sfinge. Fatto è che anche lei, come mia zia, è di temperamento testardo, orgoglioso oserei dire che non sanno perdonare un offesa subita o un torto ricevuto. Sono fatte così, come quasi tutti gli abitanti del paese in cui sono nate, quasi fosse una costante che accomuna la gente cilentana; così i miei cugini, così miei zii, così le persone di quella terra che ho conosciuto e che conosco e che amo per le tante stagioni trascorse lì da bambino , dove, ricordo, c'era una tale abbondanza di cose buone e belle, per la terra che offriva frutti squisiti e prelibati, per quel pane nero profumato e fragrante, per le pizze di mia zia Erminia che solo lei sapeva fare, per quel vino che sembrava inchiostro di cui mio padre andava matto; gente amabile, altruista, generosa, estremamente ospitale che ti avrebbero dato l'anima ma, guai a calpestar loro un piede. Un paese dove, in estate, ci si trasferiva lì e, ad ogni anno, aspettare la festa del santo patrono . Chissa' cosa a mia zia le sara' balenato per la mente alla notizia della scomparsa di mio padre, certo è che, di punto in bianco il suo silenzio senza un motivo e il suo agire inspiegabile, ingiustificabile senza neppur una telefonata di condoglianze; eppure sapeva della malattia del cognato e ne conosceva le possibili finali conseguenze. Mistero. Per certi versi, posso capire e comprendere l'atteggiamento di mia madre( anche perchè mi accorgo, in fondo, di essere come lei). Probabilmente nei suoi panni , a differenza di mio padre che era un mite e fin troppo disponibile con tutti, avrei fatto la stessa cosa. Anch'io non mi sarei spiegato e non avrei tollerato, senza una plausibile ragione, un comportamento simile. Ora, ambedue le sorelle, sono anni che non si vedono nè si sentono, ferme nelle loro convinzioni nell'andare alla ricerca della prima telefonata per capire, per spiegare il perchè di un malinteso ( quale malinteso?) che le tiene lontane spero solo fisicamente ma non con il cuore. Chissa, forse un giorno, il piu' lontano possibile, s'incontreranno in Paradiso e lì, sicuramente avranno modo di spiegarsi e di riabbracciarsi rendendosi conto del tempo perduto.
Assunta (venerdì 11 ottobre 2013)
00:34 del 11-10-2013
Io non ho mai capito certe prese di posizione sopratutto fra fratelli. Ma è mai possibile che l'orgoglio riesca a tenere lontani per anni ed anni fratelli e sorelle? Come fanno a vivere senza il desiderio di abbracciarsi o soltanto scambiare due chiacchiere. Io mai farei una cosa del genere, nemmeno se mio fratello mi facesse un torto o un'offesa molto forte, perchè l'amore e l'affetto che ho per lui (l'unico che mi è rimasto) è molto più forte di qualsiasi altro sentimento, è capitato di avere discussioni magari accese per cose di famiglia, ma io per prima non ho mai permesso che il rancore albergasse dentro di noi ed ho sempre chiarito subito, come ti ripeto, come diceva mia madre, mai far passare una sola notte su liti o discussioni fra fratelli e questo lo hanno imparato anche i miei figli. Ricordo che quando erano ancora in casa e litigavano come tutti, non si rivolgevano la parola tutto il giorno, ma poi quando andavano a letto, io mettevo l'orecchio e non dovevo aspettare tanto, sentivo la loro voce: buona notte Katia e lei buona notte a te e a domani Luciano o Giorgio, ed è sempre stato così. Il mondo è già cattivo per conto suo, se poi lo siamo anche in famiglia è finita.
Buona notte caro Nik a domani, cerca di dormire e sognare quanto c'è di più bello. Ciao!



dora (sabato 12 ottobre 2013)
Senza volerla far lunga, lo stesso è capitato in passato trai fratelli di mio marito.
Erano in 5 (3 maschi e 2 femmine). Quando morì mia suocera, i due fratelli di mio marito, tentarono di coinvolgerlo in una "guerra" contro le sorelle, per impugnare il testamento in cui mia suocera lasciava i suoi gioielli solo alle figlie femmine. Personalmente trovavo assurdo pretendere, ad esempio un anello, in cambio della pace familiare; perciò indussi mio marito (trovando comunque già un terreno fertile), ad accettare il volere espresso dalla madre. In questo modo lui scelse le sorelle...inimicandosi i due fratelli.
Ovviamente rimasero coinvolte le rispettive famiglie....
Nel 2003 morì il fratello più grande all'improvviso, perciò alcuni della famiglia si incontrarono al suo funerale. Ma l'incontro tra due fratelli vivi ci fu solo una settimana prima che mio marito morisse; in ospedale, lui ormai morente, si presentò il fratello più piccolo.
Che pena, due uomini ormai settantenni, separati per anni da qualche gioiello.
Quanto vale l'amore di un fratello?
Io da parte mia ho un unico fratello, siamo lontani, diversissimi in tutto, ma non saprei proprio come fare a non volergli bene.
Ma non voglio farmene un vanto...sono convinta che buona parte della colpa stia nella cupidigia dei parenti acquisiti, che non sono coinvolti negli affetti. Non è così??
Assunta (domenica 13 ottobre 2013)
16:06 del 13-10-2013
Hai ragione mia cara Dora, il vile denaro che divide purtroppo, l'egoismo di avere di più. Pensa quando discutiamo con mio genero sugli affetti famigliari, lui dice sempre che è tutta questione di spartizioni, se non hai nulla da dividere l'amore regna, se invece ci sono interessi di mezzo la cosa cambia, per me no! Troppo comodo voler bene quando tutto fila liscio, io penso che l'amore al proprio fratello o sorella si dimostra maggiormente con il risolvere insieme le incomprensioni, e le problematiche tipiche di ogni famiglia normale, a volte è proprio la mancanza di dialogo, il non chiarire che porta poi alla chiusura totale, se poi aggiungi il puntiglio, l'orgoglio (sbagliato) si chiude per sempre!
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